Vlassis G. Rassias "Appunti sulla paura e il coraggio"   
  
Edizioni "Anichti Polis" ("Città Aperta") - Atene 2006   
     
 
 
 
 

"Hanno paura della Natura,
hanno paura della razionalita,

hanno paura dell'erotismo,

hanno paura della verità,

hanno paura della gioia,

hanno paura degli Dèi,

hanno paura dell'uomo,

hanno paura dell'antichità,

hanno paura del pensiero,

hanno paura della libertà,

hanno paura della diversità,

hanno paura della ricerca,

hanno paura della loro fine,

perciò seminano paura

nelle loro servi le anime".

  

I

La violenza umana,l'odio,l'aggressività,il pregiudizio,si fondano sulla paura e l'insicurezza.Questi ultimi sono per l'uomo gli ostacoli maggiori per la libertà,la pace interiore,l'autosufficienza e l'eudemonia sua.

                                                    

II

La paura in seguito si fonda sull'ignoranza e l'illusione di una fittizia individualità egoistica (p.es. anima individuale) che ci illude di essere estranei all'Universo,i suoi processi e la sua Essenza,isolati ed alienati dal Tutto.

                                                           

III

La paura si fonda su un complesso arbitrario di connotati di personalità,che gli uomini a-filosofici percepiscono come "io".Un "io" finito e basso totalmente deprivato di qualsiasi relazione unificativa,che viene a sperimentare il Mondo naturale come una cosa incomprensibile,preoccupante,impenetrabile e minacciosa.E' un presupposto fondamentale della paura che uno abbia già il sentimento dell'isolazione e della singolarità.

                                                            

IV

La paura e l'insicurezza sono sinonimi.Finiscono fobici tutti gli individui (e i sistemi) che si accorgono di essere incapaci di formare un'immagine coesiva del loro sè reale,e ancora di più quando quel sè non deve essere ristretto in un "io" fittizio.

                                                            

V

Chi si sente insicuro si ripiega verso la personalità individualizzata,"si fortifica" spaventato dietro il suo "io",diventa egoista.Caso classico di una "fortificazione" del genere è il Cristianesimo che orienta il fedele a "salvare" esclusivamente la "sua" anima.

                                                           

VI

Lo stesso vale tanto per i semplici individui quanto per le nazioni, le religioni o altre collettività umane.L'egoismo nelle religioni si esprime con la "astiosità dogmatica",ossia l'istituzione di presunte ortodossie e il perseguimento di altrettanto presunte eterodossie.Il Cristianesimo,non solo isolato dal mondo naturale ma suo nemico dicchiarato,precede anche in questo processo.

                                                           

VII

La paura principale e finale è la paura dell' "ignoto" (che spesso viene raffigurato come oscurità,dentro cui la mente umana può fantasticare quasi di tutto,buono o brutto).La paura dell' "ignoto" è in sostanza paura per ogni cosa situata fuori dall' "io",o le parti reperibili dell' "io".La paura dell' "ignoto" è l'anticamera dell'Eterofobia.
 

 
VIII     

 

L'individuo o colletività eterofobico si sente "minacciato" da situazioni
ignote,o persone ignote.Da questo sentimento di minaccia sorgono gli odii razziali,l'intrasigenza religiosa e le agressioni immotivate d'ogni tipo.

                                                          

IX

Il fobico si spaventa di fronte al fisiologico per eccelenza,ossia alla percezione del mondo come movimento,si spaventa di fronte all'idea di un eterno mutamento di tutto e rifiuta di accetarla,denunziando che lo spaventa come un detto "ignoto".Nella paura proprio verso quel "ignoto" rientra massimamente la grande paura della perdita dell' "io",la paura per eccelenza,la paura della morte.

                                                           

X

La paura infonde nelle persone un sentimento contradditorio che le spinge ad un tipo di schizofrenia,dove l'allontanamento totale dalla razionalità ed il reale si accorda con l'assorbimento dal delirio e l'illusione.La paura annulla la razionalità e deforma la percettività,può essere quindi abbattuta soltanto con il Sapere e la famigliarità con il mondo naturale o con il Razionalismo,in breve con il rispetto per la natura o la riflessione filosofica.

                                                         

XI

Ogni individuo egoistico ed ogni colletività egoistica sono condannati a spendere enormi quantità di energia,pensiero,tempo e mezzi materiali per guadagnarsi un'illusione di sicurezza verso l'esterno.

                                                        

XII

Ogni ripiegamento verso la personalità individualizzata è immancabilmente pieno di illusioni.La paura della deprivazione dell'"io"(in ogni caso semplicemente una ancora illusione) tira su illusioni di ogni genere.

                                                       

XIII

Ogni privazione degli individui del sostenimento collettivo della loro identità,ogni allontanamento dalla divinizzata e politica alla sua estenzione colletività organica che aveva stabilito il mondo precristiano,gli conduce a privazione di ogni sostanza e profondità dalla loro esistenza.Il vuoto si modifica in paura ed in seguito in odio verso l'estraneo (le due ultime forme compongono quello che abbiamo preaccennato come Eterofobia).Le persone fobiche (ma anche le colletività fobiche) detestano la verità,la realtà oggettiva,il contatto diretto con la natura interna ed esterna,in genere odiano ogni cosa straniera e diversa al vuoto interno che gli persegue.
                                                        

 

XIV

Chi ha paura,immancabilmente finisce per esportare paura.

                                                        

XV

I dominatori usano Religioni che propagandano la paura,nonchè Mezzi di formazione di coscienze di Massa che tendano all'aumento della diffidenza,del sentimento di debolezza e della paura di chi sta sotto il loro potere.

                                                      

XVI

La paura è la fonte inesauribile da dove attinge energie ogni sistema di padronanza e di sfruttamento della vita.Le forme di paura più insidiose sono quelle che distribuiscono la paura uniformemente,affinchè essa possa essere colta come se fosse uno stato "normale" degli uomini.

                                                     

XVII

L'intercessione di meccanismi di distribuzione della paura fa si che le persone fobiche possano ormai distinguersi in fobiche "da sè" e fobiche "da programmazione".

                                                    

XVIII

L'afflusso della paura sembra (senza davvero essere) interminabile.Lo stesso momento però è (sicuramente) pure estremamente fragile.Le più delle persone fobiche da programmazione temono sopratutto la semplice possibilità di venire in essere un Vuoto di Paura,nonchè la consapevolezza della fragilità tragica di quello che siano programmati a considerare come il loro stato "naturale".

                                                    

XIX

Le persone fobiche da programmazione tremano di fronte al trovarsi obbligatte di sentire responsabili per se stessi o di fronte alla possibilità di decorso del loro letargo.

                                                    

XX

Chi ha paura,di norma finisce a diventare un fanatico.

                                                    

XXI

Parte del fanatismo proviene anche dalla paura del fanatico che forse questi sia in errore.Il fanatico è condannato a diffendere ansiosamente una (di solito inesistente) identità e di adorarla in modo quasi feticistico.
 

                                                 
XXII

Il fanatico cerca di affermare a se stesso che il suo credo è giusto illudendosi che quanti più uomini credono alle stesse cose tanto sono più  giusti ed abbiano ragione.Il fanatico è perseguitato da spirito missionario,dallo spirito del proselitista.

                                                  

XXIII

La persona fobica e la colletività fobica non hanno quasi mai il coraggio di sperimentare su qualcosa di totalmente nuovo o totalmente sconosciuto,ma per contro si attaccano con accanimento esclusivamente alle loro note consuetudini e i loro modi familiari. La loro vita diffetta dell' elemento dell' evoluzione, è noiosa, circolare,immobile,insapora e senza gusto,dal chè deriva pure la già menzionata svolta verso l'illusione e l'evasione attraverso il fantasticare.

                                                 

XXIV

Questo attaccamento fobico alle cose familiari non deve essere confuso con il rispetto naturale verso la Tradizione,ossia il sistema di valori e l'ethos (trad.:cultura-morale) che uno segua come parte organico di una nazione viva.Le nazioni culturalmente appartengono al Paganesimo,ossia alla parte della civiltà umana regolata dalla visione olistica delle cose,serenità e disponibilità.
 

(nota del traduttore:in greco "ethnos" (tradotto "nazione") proviene ed è sinonimo di "ethos",che sarebbe "cultura"-"stile di vita"-"visione del mondo"-"morale",e quindi significa "popolo che condivide un certo ethos" o semplicemente "civiltà",e non razza o stirpe come la "nazione" o il "nation")  
 

XXV

La folla delle nazioni,l'Etnosfera,incarna il polimorfismo ed il Paganesimo lo consacra e lo assicura.Il polimorfismo,e solo esso,favorisce la comunicazione e la tolleranza.

                                               

XXVI

Uno ama veramente soltanto quando può tollerare gli altri e contemporaneamente combattere contro tutti quelli che non tollerano gli altri.Infatti,la tolleranza si esprime tanto passivamente (col tollerare quindi gli altri) quanto attivamente (col combattere quindi contro tutti quelli che non tollerano gli altri).

                                              

XXVII

Malgrado le sue dichiarazioni gonfie,il Cristianesimo tanto come colletività quanto come individualità parziali che lo compongano,a causa della sua fobia ed insicurezza è totalmente incapace di tollerare gli altri e di offrire,ma invece cerca di costruire dovunque suoi doppioni e di strapare beni materiali e anime umane.La generosità è un senso completamente ignoto per la persona fobica.La generosità vera è una cosa incomprensibile per il Cristianesimo.

                                            

XXVIII

Non è possibile per qualcuno di essere aperto o di sentirsi in equilibrio,amicizia,pace e gioia,quando immagina ogni genere di minacce dal mondo intorno a lui,dalle persone diverse,dai fedeli di altre religioni o da un supposto..."Satana".

     
   

XXIX

La tolleranza presuppone buona conoscenza delle cose umane ed universali e fiducia all'Essere.Soltanto l'orientamento solido verso l'Ente Vero ed il riconoscimento della sacralità della Natura (sia attraverso la Filosofia Greca e l'Umanesimo,sia attraverso la sana religiosità politeista) può rafforzare i limiti della tolleranza di ogni persona di fronte agli altri e di fronte alla stessa vita.

 

(nota del traduttore: l' "Ente Vero" è un termine della filosofia greca,''Ontos On'',ed indica l'Essere,il Tutto,l'Universo,l'Essenza,del quale ogni forma d'esistenza -uomini,animali,pianeti,energie,concetti, leggi naturali- è semplicente una parte,non veramente,ossia autonomamente esistente,esistente da sè e per sè)
 

  

  
  
  
  
  

  

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